E’ stata una vera doccia fredda per i tifosi del Parma, la notizia giunta subito dopo la fine del campionato riguardo la mancata, almeno per ora, concessione della licenza Uefa alla squadra gialloblu che, grazie alla vittoria decisiva conquistata contro il Livorno nell’ultima giornata di Serie A, ha centrato l’obiettivo della qualificazione dell’Europa League, ai danni soprattutto di Torino e Milan.
Il presidente del club ducale, Tommaso Ghirardi, non ha mai nascosto le ambizioni europee della propria squadra e il raggiungimento dell’agognato obiettivo è stato festeggiato addirittura con una maglia che si riserva soltanto nelle grandi occasioni, con una scritta emblematica che ha celebrato il ritorno nell’Europa che mancava dal lontano 2006: “Il sogno è realtà”.
Come già detto, il sogno rischia di tramutarsi in qualcosa di molto meno piacevole perché il Parma non avrebbe pagato la quota IRPEF su alcuni giocatori gialloblu, una cifra pari a 300mila euro, e questa mancanza, per ora, sta compromettendo il rilascio della licenza Uefa indispensabile per partecipare alle competizioni continentali.
Il caso verrà discusso il prossimo 28 maggio all’Alta Corte di Giustizia Sportiva del Coni e, soltanto in quell’occasione, arriverà la decisione definitiva. In caso di mancato accesso all’Europa League, si riaprirebbero magicamente le porte dell’Europa per il Torino.
Queste sono tutte le dichiarazioni che Ghirardi ha concesso a La Gazzetta dello Sport:
Stiamo vivendo con angoscia questi giorni che invece dovevano essere esclusivamente di festa. Noi abbiamo conquistato la qualificazione all’Europa League con un grande campionato e con grande impegno. Abbiamo meritato sul campo questo risultato. Sapevo già da 15 giorni di questa situazione ma ci è sempre stato detto che era un problema interpretativo che poteva essere chiarito in sintonia con Lega e Figc. Abbiamo alcuni giocatori che militano in altre squadre, a cui versiamo un incentivo all’esodo. Il giocatore firma l’accettazione per ottenerlo e concorda con la società Parma quando lo percepisce. Questo incentivo matura al 30 giugno 2014. Quando i giocatori hanno percepito tutto lo stipendio dalle società dove giocano prendono da noi tale incentivo. A novembre o dicembre, alcuni di questi giocatori ci hanno chiesto un anticipo finanziario, un prestito relativo a questo incentivo all’esodo. E’ un’anticipazione di quello che non hanno ancora maturato ed essendo un prestito non deve essere pagata l’IRPEF. Quindi è surreale la situazione che stiamo vivendo.
Ghirardi, quindi, ha fornito le proprie motivazioni riguardo la presunta illegittimità di questa decisione dell’Uefa. Anche in questo caso, però, l’italica abitudine di avocare continuamente complotti su di sé si è tristemente consumata:
Questi 300 mila euro su cui poggia tutta la questione erano già stati verificati a febbraio e nessuno ci ha contestato niente. Avremmo dovuto allora prendere punti di penalizzazione e invece così non è stato. Abbiamo agito in buone fede per questi prestiti a giocatori che ce lo hanno richiesto. Manchester City e PSG hanno fatto sanzioni amministrative per milioni di euro e poi risultano ammessi alla Champions League. Io avrei pagato 13 milioni per poter ottenere la Licenza Uefa per giocare l’Europa League che ne porterebbe altri 6 o 7, per poi non dare 300 mila euro? Come si può pensare questo? Per questo Parma esige rispetto. La verità è che subiamo certi abusi perché siamo persone troppo per bene. Non dobbiamo essere presi in giro. Come questa situazione della Licenza Uefa: vogliono toglierci ciò che abbiamo conquistato sul campo con la burocrazia. Questo non l’accetto.
Ghirardi dovrebbe stare più tranquillo. Voler far apparire il Parma come un club “scomodo”, francamente, appare un pensiero po’ spicciolo. Il prossimo 28 maggio, l’Alta Corte di Giustizia Sportiva del Coni si esprimerà e se le dichiarazioni odierne di Ghirardi verranno comprovate, tutto si dovrebbe sistemare.
In casi come questi, bisognerebbe sempre agire di più, complottare di meno e soprattutto ricordarsi che i meriti sul campo non vanno mai spiattellati come risposta a presunte irregolarità burocratiche che vengono contestate semplicemente perché è inutile.
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